Lo Stretching isometrico è un tipo di stretching statico attivo, cioè che non implica movimento. L’uso dello stretching isometrico nelle Asana è uno dei modi più veloci ed efficaci per sviluppare una maggiore flessibilità statica passiva (sviluppando nel contempo un miglioramento di forza sui muscoli posti in tensione dalla contrazione isometrica) rispetto alle altre metodologie già viste ed utilizzate, va però saputo eseguire e soprattutto è da insegnare ed imparare quando il nostro corpo risulta essere condizionato per questo.
Esso mette in gioco il principio del riflesso miotatico inverso e quello di innervazione reciproca. Deve essere una contrazione lenta e non troppo sostenuta per non rischiare di avere un’azione inversa e cioè di tonificare invece di allungare (la contrazione isometrica massimale è quella che sviluppa maggiormente il tono del muscolo). Si deve lavorare a barriera motrice, (sensazione di tensione sub massimale esprimibile per uno specifico muscolo sottoposto ad uno specifico movimento) per alcuni secondi e poi richiedere un rilasciamento che deve durare all’incirca il tempo di contrazione per permettere al circuito neuromuscolare di agire, solo dopo si potrà ricercare una nuova barriera motrice.
I modi più comuni rispetto ad una pratica Yoga per dare la necessaria resistenza in un allungamento isometrico sono; applicare resistenza in modo cognitivo ai propri arti, e nel nostro caso un Asana risulta nella sua completezza essere questo, o usare un attrezzo come il pavimento o una parete che dia la giusta resistenza.
Un esempio dell’utilizzo del pavimento è eseguire Pascimottanasana per la muscolatura posteriore della coscia, dove in questo caso il pavimento sarà il punto di resistenza nei confronti di una contrazione isometrica voluta.
appunti di studio di Gaetano Zanni
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