Cos’è il metodo
AnatomYoga

Il metodo AnatomYoga nasce per integrare la conoscenza dello yoga migliorando la pratica – conoscere per praticare meglio cercando la percezione e non l’azione.

Unisce la conoscenza anatomica/fisiologica all’esperienza millenaria della pratica yoga, aprendo un canale di collegamento e scambio fra corpo e mente apportando una maggiore conoscenza e consapevolezza del “qui e ora”.

All’interno di questo progetto, oltre lo studio e la comprensione dei principi filosofici della pratica yoga, lo scopo che il metodo AnatomYoga si prefigge è lo studio e la valutazione anatomica di ognuno di noi, unita a una conoscenza delle neuroscienze, ricercando ed evidenziando connessioni e sinergie tra le due realtà.

AnatomYoga dal 2011 è un marchio registrato per motivi di tutela e di correttezza e dal 2012 è un’Associazione Sportiva Dilettantistica – Promozione Sociale, affiliata CSEN – CONI.

 

COME È NATO IL METODO ANATOMYOGA

AnatomYoga nasce dalla ricerca di una risposta ad alcuni miei perché e da alcune considerazioni che nel tempo mi hanno fatto maturare un pensiero che oggi mi sembra importante condividere.

Nel tempo e nel mio percorso formativo e di apprendimento ho avuto l’opportunità di approfondire varie interpretazioni e approcci sul tema corporeo, sia dal punto di vista strutturale che emotivo. Alcuni miei docenti sostenevano che erano due essenze a sé stanti, organizzate in modo autonomo, con sì delle relazioni, ma non assolute.  Altri proponevano l’esatto contrario, cioè che erano due essenze assolutamente in sinergia e che vi era assoluta necessità di integrazione ed equilibrio tra le due.  In questa ultima prospettiva venivano proposte due visioni: secondo la prima diceva è la mente a guidare il tutto, la seconda affermava invece che era il corpo strutturale ad avere il ruolo più importante.

Passando attraverso studi di posturologia e di kinesiologia applicata, dove tutti i sistemi corporei sono in assoluta relazione e dove l’equilibrio domina, mi è nata la voglia di approfondire le fondamenta che rendevano possibile tale configurazione ed analizzare i meccanismi “collanti” che entravano in campo.

Anche in questa occasione ho avuto due scuole di pensiero, spesso contrapposte:

  • A livello posturale esiste in dominanza il “corpo strutturale” da dover gestire, anche qui in due metodi, passivo o attivo. Passivo – attraverso trattamenti manuali specifici; attivo – attraverso la gestione corporea nell’elemento in cui viviamo, “la gravità”.
  • A livello emozionale esiste in dominanza l’aspetto “mente” da dover gestire e controllare, anche qui con vari tipi di approcci.

A questo punto avrei forse già potuto avere delle risposte alle mie domande, ma la mia insaziabile curiosità mi ha spinto a intraprendere un ulteriore percorso di studi di 6 anni – l’osteopatia, una disciplina che analizza nella loro totalità ogni segmento articolare e muscolare del corpo umano, in cui tutto l’aspetto corpo, inteso come struttura viene messo in assoluta relazione e sinergia.

L’osteopatia insegna che ogni non “funzionamento” articolare può provocare esiti, e che l’aspetto anatomico è fondamentale e pone la ricerca di un equilibrio alla base della stessa filosofia osteopatica.

Ma la vera scoperta durante il passare degli anni di studio osteopatico, è l’analisi di come l’aspetto psicocorporeo entrasse a far parte in modo preponderante nella ricerca dell’equilibrio.

Iniziando a studiare il cervello e tutte le sue relazioni dirette e indirette nei confronti del segnale corporeo strutturale e non, ho cominciato a capire meglio tanti concetti.

Mi mancava solo un tassello (o almeno pensavo) per poter raffigurare in maniera chiara la strada giusta verso un giusto equilibrio. Il tassello mancante era quello che da anni praticavo e studiavo, lo YOGA.

Lo yoga è una disciplina assoluta, con radici che vanno ben oltre i miei studi fatti e le conoscenza acquisite, va ben oltre tanti dogmi o credenze odierne, essendo antica di circa 4.000 anni. Tante cose erano già scritte e criptate e tante nel tempo ne sono emerse. Questo rappresenta per me il fascino di chi con la sola consapevolezza avesse già tutto chiaro e visibile.

Esistono studi scientifici che provano che lo yoga, inteso come disciplina psico corporea, ha come potenzialità quella di stimolare alcuni neurotrasmettitori legati a potenziali malattie neurologiche degenerative, Alzheimer, Parkinson ecc.

Questi studi dimostrano che lo yoga non ha solo un effetto placebo ma che risulta essere una propria e vera terapia.