Quando mi trovo davanti a genitori che vogliono a tutti i costi dei super bimbi, che sappiano l’inglese alla perfezione, che suonino il pianoforte, che facciano karate o danza artistica, che siano in grado di utilizzare Iphone, Ipad, facebook, twitter in modo assoluto, insomma che siamo sempre sul pezzo senza mai dargli tempo di fermarsi a giocare con il loro corpo e con i loro limiti mi viene una profonda tristezza.

La ricerca della perfezione uccide la bellezza dell’imperfezione che solo un elemento vergine come un bimbo può avere.

La percezione che ho nei confronti di questi genitori è come del voler creare un super bimbo perché non lo si è potuto essere da piccoli oppure perché il clan dove si vive lo prevede ed è necessario rimanere in questo standard per non essere additati.

Quando questi genitori mi chiedono quale sia per me l’attività fisica/motoria migliore per i loro figli la mia risposta è spesso; un arte marziale oppure yoga.  Ma se l’arte marziale viene spesso vista come un qualcosa che “offende”, che può far male al loro super bimbo senza nemmeno prendere in considerazione della potenzialità che può avere di creare uno stimolo corporeo molto importante, lo yoga non viene nemmeno preso in considerazione, pensandolo come un qualcosa che non serva a nulla che non diverte, meglio il calcio per i bimbi e la danza o la pallavolo per le bimbe.

Questa mia riflessione è nata leggendo questo articolo che spiega cosa significhi lo yoga per i bimbi e quanto possa essere importante in un percorso di crescita e di formazione pedagogica, ancor più in questo periodo di vita molto variabile senza molte prospettive certe e concrete.

Mi piacerebbe avere modo di vedere questi super bimbi diventare adulti e genitori per capacitarmi cosa proporranno ai loro figli, sarei davvero curioso.