Lentamente…

Feb 15, 2012 | Yoga da leggere

Faccio riferimento a questo articolo molto interessante, che ho ricevuto per fare una mia riflessione rispetto al titolo di questo post. 

Si potrebbe dire molto sul termine “lentamente” ma io mi fermo solo su due aspetti che penso fondamentali.

Il tempo per poter andare lentamente, e questo è un paradosso, come si fa ad avere tempo per andare lentamente, quando il tempo lo utilizziamo solo per andare più veloci e per fare più cose?

La fermezza per poter andare più lentamente, e qui altro paradosso, noi corriamo perchè siamo instabili, perchè cerchiamo la fermezza, ma purtroppo non lentamente.

Lo Yoga e le sua Asana vivono solo su di questo, avere tempo per cercare la fermezza…ma molto lentamente. E chi meglio della targaruga…

Aspetto un vostro pensiero

namaste

6 Commenti

  1. Cecilia

    Mi sono presa una settimana di vacanza dopo parecchi mesi di lavoro e routine. I primi giorni la sensazione di avere così tanto tempo a mia disposizione mi ha smarrita! Non ci sono abituata, e’ talmente enorme la quantità di cose da mettere in fila normalmente che l’idea di avere la giornata a mia disposizione mi metteva quasi a disagio! Il tuo post mi ha ricordato il libro di Kundera “la lentezza”. Te ne riporto un pensiero anche se non e’ molto attinente al tema yogico!
    “perché e’ scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri nei campi, insieme ai prati e alle radure , insieme alla natura? Un proverbio ceco definisce il loro placido ozio con una metafora: essi contemplano le finestre del buon dio. Chi contempla le finestre del buon dio non si annoia: e’ felice. Nel nostro mondo l’ozio e’ diventato inattività , che e’ tutt’altra cosa: chi e’ inattivo e’ frustrato, si annoia, e’ costantemente alla ricerca del movimento che gli manca. Guardo nello specchietto retrovisore: sempre la stessa macchina che non riesce a superarmi a causa del traffico inverso. Accanto al guidatore e’ seduta una donna ; perché l’uomo non le racconta qualcosa di divertente? Perché non le appoggia la mano sul ginocchio? L’uomo maledice l’automobilista davanti a lui perché va troppo piano , e neppure la donna pensa a toccarlo con la mano, mentalmente sta guidando anche lei , e anche lei mi maledice. “

  2. Gaetano

    Grazie Ceci del tuo commento, molto bello e significativo rispetto allo Yoga.

    Il tempo che si da ad un Asana per avere il suo corso è paragonabile all’ozio che tu scrivi, aspettare in “silenzio” che il nostro corpo, attraverso noi, possa modificare la sua struttura per poi donarci nuova funzione, penso sia davero molto Yogico!

    namaste

  3. paolo

    La tartaruga è una bestiola che mi è sempre piaciuta parecchio, perché a differenza della maggior parte degli animali non reagisce alle avversità fuggendo o attaccando, ma confidando nella propria fermezza e stabilità. Per cui mi fa piacere leggere nell’articolo citato da Gaetano che nella cosmologia induista l’universo poggia su una tartaruga…E ovviamente mi fa piacere che venga preso a simbolo della ricerca yogica.
    A me è capitato diverse volte che qualcuno mi dicesse (anche se non in maniera così diretta): “Ah, pratichi yoga… ma non si fa niente, a cosa serve?”…
    Mettendomi nei panni della tartaruga io direi: “A cercare e forse a trovare un pochino di stabilità” 🙂

  4. Gaetano

    Anche a me a volte è capitato di sentirmi dire, Yoga…ma dai non serve a nulla, non si suda nemmeno!!! E io come ogni buona tartaruga ho estratto il capo e ho detto; venite a provare..poi ho continuato a camminare con la mia corazza addosso.

    Grazie Paolo del tuo commento

  5. giusy

    Il termine lentamente ormai non è possibile applicarlo al fare…. troppe cose sono nella scaletta di una giornata per chi, come mè lavora a tempo pieno, tiene famiglia, un marito iperattivo, due ragazzi ormai adulti e un bambino ancora piccolo. I doveri sono tanti e … per poter fare le cose che danno piacere, è necessario andare veloci per non trascurare nulla.
    Ho imparato a “sentire” lentamente …. siamo incredibili nella capacità di automatizzare una serie di cose da fare e … contemporaneamente rallentare sul sentire interiore, stare fermi su una sensazione, una emozione, un pensiero.
    A volte sento di essere attiva su più e diversi piani e livelli, nel lento sentire, scopro tantissime cose meravigliose. Un mondo si apre in quel silenzio interiore. Poco per volta ti accorgi che a quei messaggi che percepisci nel silenzio si legano tante cose che ti accadono nel fare quotidiano. C’e una interazione costante e continua tra il mondo fisico, il mentale e l’emozionale. Il lento sentire aiuta a percepirlo.

  6. gaetano

    Grazie Giusy del tuo commento.

    Io penso che sia importante l’unione tra il sentire e il fare, e non l’inverso. Lentamente è una metafora, la nostra vita è tutt’altro che “lentamente”, ma lo sforzo di essere qui e ora, penso possa davvero farla “rallentare” dandole più spinta, più capacità espressive, più modo di essere quello che è, un momento.

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