Mentalità vincente

Mar 1, 2014 | Yoga&Run

Come si impara a pensare, sentire e agire da campione?

Non voglio essere una campionessa, non ho ambizioni così elevate, non mi interessa, ma vorrei sviluppare una mentalità che mi consenta di esprimere tutto il mio potenziale.

Ma a volte la mente frena le gambe che corrono!

Sono sempre più convinta che allenare le gambe sia facile, possiamo  farcela tutti, ma allenare una mente che corre è molto difficile.

Quante volte mi sono detta: non ce la faccio più, io mi  fermo qui!

Poi, immaginando la mia maratona mentre taglio il traguardo forte e felice, guardando il mio record sul cronometro trovo il giusto stimolo per poter proseguire.

Ed è proprio in quel momento, che riprendo il mio respiro ormai affannoso perché impaurito dal mio status mentale, decidendo di sfidare me stessa. In fondo ogni singolo allenamento non è nient’altro che una sfida con se stessi, contro i propri limiti, che vanno abbattuti di volta in volta, perché le gambe non sempre seguono i comandi in modo positivo rispetto ai segnali inviati dalla mente.

Quando questo accade non sono concentrata su quello che sto facendo, continuo ad analizzarmi, ad ascoltare i miei mille fastidi fisici, rischiando di esagerare con questa autoanalisi, perdendo la concentrazione sul “qui e ora”.

Un campione di triathlon Dave Scott disse “fai ciò che puoi ora, cerca di fare il tuo meglio qui e ora, resisti alla voglia di criticare il passato o di stressarti per il futuro”.

Spesso  mi ritrovo a pensare ai miei infortuni passati o alla mia futura maratona chiedendomi in modo assennato “ce la farò questa volta, riuscirò a finirla come mi sono prefissata?” Domande su domande, che mi portano fuori dal focus del mio stato attuale.

Vorrei imparare a gestire la fatica perché la stessa esiste, inutile ignorarla, fa parte di ogni processo di miglioramento, credo che una buona determinazione mentale richieda una lotta continua attraverso fastidi, disagi e mille insicurezze per il  raggiungimento dei propri obiettivi. Meglio sarebbe riuscire a concentrarsi sul piacere del movimento, sulla postura corretta da tenere, sulla respirazione, piuttosto che sui segnali di stanchezza che arrivano dalle gambe.

In questo lo yoga mi ha dato un grosso aiuto, insegnandomi tutto ciò che mi permette di pensare al qui e ora.

Il concentrarmi sulle mie asana, percependo e ascoltando ogni sensazione mi riempie al punto tale che vorrei poter portare la stessa sensazione con me in corsa come bagaglio, per poter aprire questa “valigia” di positività quando mi accorgo che la mia mente si ferma e si blocca.

Spesso accade e si vede, perché sorrido, anche mentre sto soffrendo!

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