Yoga e scientificità

Nov 25, 2012 | Yoga da leggere

 

Faccio riferimento a questo interessante articolo trovato in rete per scrivere in modo sintetico il mio pensiero sulla scientificità dello Yoga.

Il termine scientificità racchiude molti significati ed applicazioni:

  • un evento che crea ripetitività
  • una dimostrazione tangibile e concreta di un accadimento, causa-effetto
  • la scientificità di una disciplina, etc etc…

La pratica Yoga, nella mia mia piccola esperienza rispetto alla sua data di nascita è una reale espressione di una Scienza che va oltre il termine e il significato di scientificità.

L’applicazione della pratica Yoga e del suo significato profondo, non commerciale, evoca Scienza, laddove gli eventi che si evidenziano durante le pratiche Yoga sono:

  • spesso se non sempre ripetibili
  • le cause-effetto sono normali durante una pratica Yoga
  • ed essendo lo Yoga una disciplina non si può far altro che annoverarla nel “calderone” della scientificità

Avvalorato quindi che di Scienza si tratta, occorre per poterla “utilizzare” della conoscenza a 360° e quando dico 360° intendo 360°. Non con sufficienza o peggio ancora superbia ma con estrema umiltà e raziocinio nel dire le cose ed esprimere concetti che oltre che avere qualche millennio sono sovrapponibili nel nostro quotidiano.

La conoscenza rafforza la pratica, conoscere il proprio corpo significa vivere meglio, sono alcuni dei messaggi che cerco di trasmettere durante le mie lezioni, non sono risposte a domande ma solo potenzialità ben maggiori, possibilità che spesso per fretta o superficialità di chi conduce la lezione non vengono trasmesse.

Poter conoscere il proprio corpo e gli eventi che attraverso una pratica Yogica che racchiude nel significato del termine “scientificità” tutti i significati più importanti del termine stesso, credo che non sia solo importante ai fini del singolo individuo che inizia una pratica Yoga, ma che sarebbe importante insegnare anche a scuola come forma educativa e conoscitiva della cosa più importante che abbiamo, il nostro corpo.

Il nostro corpo inteso come casa, come punto di ristoro e di partenza.

Spesso si ha paura del nostro corpo in quanto “elemento” che può farci sentire dolore, che ci può creare dei limiti, che ci può inviare segnali che non conosciamo.

Come se la colpa di tutto questo fosse del nostro corpo, mentre invece spesso la colpa siamo noi e la nostra ignoranza relativamente a quello scritto sopra; dolore, limite e conoscenza.

Il dolore viene spesso soppresso attraverso prodotti che bypassando segnali nervosi recettivi non ce lo fanno più avvertire; il limite laddove reale viene compensato spesso con ausili che lo fissano, laddove è un segnale percepito si lascia modo al cervello di codificarlo come tale e ci si ferma come un qualcosa di invalicabile, di impossibile; la conoscenza…spaventa e non si ha il tempo per studiarla per comprenderla, meglio chiudere il tappo e via.

Quindi come conclusione a questo mio breve pensiero vorrei esprimere a tutti quelli che dicono che la conoscenza non serva rispetto allo Yoga che sarebbe come dire che la conoscenza non serva alla Scienza, essendo la pratica Yoga una Scienza…Scienza antica di millenni!!!

E qui mi permetto di usare una frase dell’articolo citato che dice:

“ Yoga è una straordinaria tecnologia interiore così squisitamente tecnica e pratica da poter essere definita Scienza”.

namaste

3 Commenti

  1. paolo

    Forse si potrebbe anche dire – parafrasando l’articolo di Ghioni e riprendendo la riflessione di Gaetano – che “lo Yoga è uno stato di co-scienza”: cum-scire, ovvero “sapere-con, sapere-insieme”. Una scienza (cioè una conoscenza) che unisce, non divide, che non è solo teorica, ma che coinvolge tutto il nostro essere. Un sapere in prima persona, un sapere incarnato/incorporato. Il corpo come punto di partenza (come dice Gaetano) o, detto in termini “religiosi”, il corpo come Tempio, ovvero come “involucro” in cui ognuno di noi può adorare ciò a cui più tiene… E’ per questo che lo yoga può essere usato (appunto come ogni tecnologia) male o bene… La mera performance, o la conoscenza profonda di se stessi.

  2. ga

    Sempre grazie Paolo dei tuoi precisi commenti. Sono d’accordo con te, co-scienza mi piace molto.

    Credo che quello che ci manca in modo assoluto, sia il tempo, unica cosa che ci potrebbe far assaporare la vera essenza dello Yoga.

    Noi continueremo con la ricerca della conoscenza.

  3. giusy

    Bello, complesso e interessante il tuo articolo e anche l’articolo di Ghioni. Per la mia brevissima esperienza fare lo yoga ed entrare nel corpo per sentire, aumenta la presa di co-scienza, la con-sapevolezza di ciò che stà accadendo dentro. Ma anche fuori credo che si attivino connessioni e, in qualche modo viene favorita una unione, la sensazione di fare parte di una unica cosa.
    A volte esco dalle lezioni e mi sembra di vibrare in sintonia con tutto ciò che è intorno a me. Questa sensazione la avvertivo più intensamente e per un periodo più prolungato nella giornata, quando facevo la lezione del mattino alle 6,30.

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