Yoga, il mito si incrina “come lo Yoga può distruggere in vostro corpo”

Gen 10, 2012 | Yoga da leggere

Prendo spunto da questo articolo pubblicato sul Magazine del New York Times il 5 Gennaio scorso titolato ” How Yoga can wreck your body” che tradotto sarebbe “come lo Yoga può distruggere il vostro corpo”, tradotto in Italiano da Repubblica, “Yoga il mito si incrina”  per cercare insieme di capire il significato di questo articolo e i perchè.

Vorrei prima di fare ogni mio commento, aspettare qualche vostra opinione.

namaste

9 Commenti

  1. Gianni

    Dire che praticare yoga può far male è come dire che nuotando si può affogare. È vero, ma questo non vuol dire che nuotare, come praticare yoga, non sia un’attività di grande beneficio per il corpo e per lo spirito. Fra l’altro il nuoto, volendo, è una forma di meditazione dinamica. 🙂

  2. Gaetano

    Ciao Gianni, grazie dell’intervento. Bella la tua metafora.
    Sono convinto che questo articolo possa essere utile, se letto sotto una chiave propositiva, per chi sta intraprendendo un percorso di Yoga. Creare dubbi educando la conoscenza penso sia fondamentale per poter progredire.

  3. cri

    Leggendo l’articolo ho pensato: questa è la natura umana, sia di chi insegna sia di chi pratica. Semplice e banale, ma oggettivo. Lo yoga è ‘solo’ uno strumennto di espressione di noi stessi. Puoi trovare il professionista così come l’improvvisato. Colui che ricerca la quiete e il performista mancato. Mantra e candele oppure il Pranayama. Colui che ti insegna che hai due arti inferiori e due superiori e colui che ti fa lavorare senza gravità definendolo yoga (paradossale). Ma così è. Siamo solo umani e lo yoga ne è solo lo specchio, non la causa!

  4. Cecilia

    Hai ragione: creare dubbi intelligenti e’ importante per poter crescere. Che noia non porre domande a chi ne dovrebbe sapere più di noi! La prima cosa che mi stupisce di questo articolo e’ la sua estemporaneità. Nel momento in cui il mondo occidentale si avvicina in massa ad una pratica antica e profonda come lo yoga una voce si leva per mettere in guardia! E che voce! Parliamo di una vera personalità nel mondo dell’insegnamento! Il tono provocatorio e’ tale che non e’ possibile pensare ad un anatema nei confronti dello yoga, quanto ad un avvertimento! E’ bene che molti si avvicinino a questa pratica ma e’ assolutamente necessario che lo facciano con coscienza e con una valida guida al fianco. Quindi non e’ tanto vero che lo yoga non e’ per tutti (come gli snob vorrebbero!!) ma chi lo pratica e’ bene che sappia ciò che sta facendo e i meccanismi che sta attivando nel proprio corpo. Io di solito diffido di chi ha la verità in mano, mi piace chi,come maestro, sa e sa di non sapere ! Mi piace chi studia per poi disimparare e poter insegnare ciò che rimane davvero! Con un pizzico di ironia. Come chi ha scritto questo articolo. Grazie infine al nostro maestro: Gaetano, che si e’ rivelato nel tempo una guida equilibrata, un uomo che ascolta con pazienza, che ha fame di studio e pratica e che ha l’umilta’ di dire “non lo so”!

  5. gaetano

    Grazie Cri e Cecilia dei Vs commenti. D’accordo con voi su tutto. Il mio pensiero è sempre quello che mi ha portato a cercare, studiando, una via, che non ho ancora trovato e che spero di non trovare mai. Il percorrere una via, senza avere dei secondi fini o dei punti di arrivo, traendo da essa il nutrimento non può far altro che bene.

    L’articolo è significativo se letto con occhio, critico, e clinico nel senso di analitico. Analizzare le singole frasi e cercare di farle proprie in modo autocritico sarà di sicuro un grosso stimolo per chi intraprenderà questa via.

  6. paolo

    Non solo, come dice Cristina, siamo solo umani e lo yoga ne è lo specchio, ma siamo anche, tutti noi, corpi che cambiano nel tempo, individualmente e storicamente. Di questo bisogna essere sempre coscienti.
    L’autore dell’articolo sottolinea (ed è un aspetto che a me piace molto di questo scritto) la contraddizione tra il nostro stile di vita medio e quello dell’epoca della genesi dello yoga. Esiste anche una storia dei corpi, oltre che delle culture!… Il nostro corpo è in ogni caso diverso da quello di un indiano medio di 2/3000 anni fa. Siamo inseriti in uno spazio-tempo nel quale dobbiamo anche fisicamente adattarci (Un beduino del Sahara non vive bene se trasferito in alta montagna, ed un provetto montanaro non resiste ai caldi del deserto). Tutto questo per dire che lo yoga deve necessariamente adattarsi agli individui e alle epoche che lo praticano. Come giustamente Gaetano ci dice spesso, non c’è uno standard, le asana sono di chi le pratica, differenti non solo da corpo a corpo ma anche da giorno a giorno…

  7. Gaetano

    Grazie del tuo commento Paolo. Vero quello che dici e ti dirò di più, il nostro contesto storico ci porta a vivere la maggior parte del nostro tempo seduti, laddove lo stare seduto su di una sedia per un corpo umano richiede un grosso sforzo e il carico vertebrale è davvero molto elevato, quindi molte patologie vertebrali, e potrei scrivertene decine, sono spesso riconducibili a questo, ma non per questo da adesso in poi si può decidere di lavorare in piedi o in movimento, oppure meglio ancora smettere :)…
    Quindi penso che valga una sola cosa, l’intelligenza del capire dove siamo e cosa stiamo facendo.
    Il quì e ora è alla base.

  8. sonia

    sono sincera…ho letto l’articolo e un sorriso e’nato spontaneo….ma come si fa a scrivere cose del genere???ma nonn tanto perche’io pratico yoga,ma quanto perche’metti paure e infondi timori nella gente su una disciplina che e’la piu’bella,la piu’praticante da tutte le persone…ne abbiamo la prova su quanta gente gia’in eta’avanzata lo pratica senza rompersi un femore!!!!!!!!!!!!o no????sono anchhe convinta del fatto che esistano maestri che non sono maestri,insegnanti che non sanno insegnare a praticare yoga,non mi soffermo sulle qualita del mio maestro,ma come lui ci INSEGNA lo yoga non e’performance,non e’un gesto atletico e nessun praticante e’in competizione con l’altro…..ma se a queste persone che,come si legge nell’articolo,sono finite addirittura all’ospedale,e’stato insegnato un genere,un tipo di yoga con posizioni e asana da performance sportive,logico che una persone non portata a gesti del genere si possa anche fare male….ripeto:il mio maestro mi insegna che se pratico male lo yoga mi faccio del male,se la mia asana non la sviluppo come devo,se non respiro come si deve,mi faccio del male….anche se io sono una persona allenata e pronta per gesti atletici….spero che questo articolo non venga preso alla lettera,spero che ogni persona che sta praticando yoga si sia messa a ridere come ho fatto io!!!!!!e’come se io volessi eguagliare una maratoneta di professione…..mi faccio male!!!!!in tutte le cose,le discipline,le pratiche sportive ci vuole del buon senso da parte del maestro e da parte della persona che lo fa….e questo me lo ha INSEGNATO il mio maestro…per esempio…….

  9. Gaetano

    Grazie Sonia del tuo commento…come dici tu in coda, la cosa essenziale è il buon senso; da parte di chi ti insegna che deve avere la potenzialità di andare oltre a dottrine che hanno millenni, (andare oltre significa per me, studiare, ascoltare e ragionare sul dove siamo noi ora)e da parte di chi approccia ad una disciplina di così elevata importanza e profondità.

    Penso che tutto possa avere un valore, anche e sopratutto chi ha opinioni diverse dalle nostre.

    Importante è avere appunto buon senso!!!

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