Mi trovo spesso durante le mie lezioni a fare dei paragoni per cercare di trasmettere la pienezza dello yoga e delle sue potenzialità. Leggendo questo articolo che voglio condividere ho trovato molte analogie con i miei pensieri, che non sono solamente miei ma anche fonte di numerosi studi che evidenziano questo. IL POTERE DEL CERVELLO.
Il cervello è una risorsa troppo poco “utilizzata” e troppo “sfruttata”, la velocità e la frenesia del nostro modo di vivere non ci da modo di poterci soffermare sui dettagli, di rallentare ma solo di correre, di fare una cosa mentre se ne pensano almeno altre due o tre. La bellezza della pratica yoga e dei suoi aspetti meditativiall’interno di essa crea un reset neurologico, uno stop and go che penso poche cose possano creare, il sentirsi completamente vuoti ma pieni è davvero una cosa incomparabile.
Hic et nunc, come scrivevano i latini, la presenza del momento vissuto, il sentire ed essere noi i soli esecutori del qui e ora è quello che lo yoga crea.
Essere in grado di sentire ogni componente del nostro corpo in modo singolo o unito a tutto il resto credo sia un strada che dovremmo cercare di percorrere e penso che in queste due righe estratte dall’articolo vi sia tutto il significato della pratica yoga: Il cervello funziona come “un orchestra”, in cui la musica prodotta, può quasi istantaneamente modificare la configurazione degli esecutori e degli strumenti. E grazie a questo processo “auto comporre” una melodia del tutto nuova.
Namaste
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Molto carino, mi piace. Oggi ho letto una cosa carina su una rivista che ogni tanto leggo: “Lo stato di amore incondizionato coincide con lo stato di Yoga, ossia di unione integrale con la propria coscienza”.
Non è molto diffuso da noi lo stato di yoga,
“Ci vorrebbe un poco di umiltà per cominciare ad ammettere che c’è qualcosa di non propriamente armonico dentro di noi, che non di rado questa disarmonia ci obbliga a degli stati d’animo e dei comportamenti che non vorremmo più condividere, ma che sussistono in quanto sono più forti di noi. Il riconoscere questa realtà è il primo passo verso il cambiamento, poi però bisogna munirsi degli strumenti adeguati per produrlo, questo cambiamento”.
Mi viene da fare questa connessione e da dire,
Benissimo!!!
… noi cominciamo con lo yoga e con i suoi aspetti meditativi GRAZIE A GAETANO!!! 🙂 per trasformare la vibrazione disarmonica in armonia pura.
Grazie Giusy del commento,l’umiltà non fa parte dei più purtroppo. Noi perseveriamo e tutta l’evidenza ci da forza.
Un abbraccio
‘ga