Mi trovo spesso durante le mie lezioni a fare dei paragoni per cercare di trasmettere la pienezza dello yoga e delle sue potenzialità. Leggendo questo articolo che voglio condividere ho trovato molte analogie con i miei pensieri, che non sono solamente miei ma anche fonte di numerosi studi che evidenziano questo. IL POTERE DEL CERVELLO.

Il cervello è una risorsa troppo poco “utilizzata” e troppo “sfruttata”, la velocità e la frenesia del nostro modo di vivere non ci da modo di poterci soffermare sui dettagli, di rallentare ma solo di correre, di fare una cosa mentre se ne pensano almeno altre due o tre. La bellezza della pratica yoga e dei suoi aspetti meditativiall’interno di essa crea un reset neurologico, uno stop and go che penso poche cose possano creare, il sentirsi completamente vuoti ma pieni è davvero una cosa incomparabile.  

Hic et nunc, come scrivevano i latini, la presenza del momento vissuto, il sentire ed essere noi i soli esecutori del qui e ora è quello che lo yoga crea.

Essere in grado di sentire ogni componente del nostro corpo in modo singolo o unito a tutto il resto credo sia un strada che dovremmo cercare di percorrere e penso che in queste due righe estratte dall’articolo vi sia tutto il significato della pratica yoga: Il cervello funziona come “un orchestra”, in cui la musica prodotta, può quasi istantaneamente modificare la configurazione degli esecutori e degli strumenti. E grazie a questo processo “auto comporre” una melodia del tutto nuova.

Namaste

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